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COMUNICATO STAMPA del
COORDINAMENTO "Viva i Daini vivi della Pineta di
Classe"
Associazione Vittime della caccia, CLAMA, Animal
Liberation e Earth
Daini di Ravenna: CRESCETE E MOLTIPLICATEVI..."poi ci pensiamo noi"
La Provincia insiste, vuole il sangue
Daini della Pineta di Classe:
prossima la sentenza del Consiglio di Stato.
I ricorrenti al TAR e al Consiglio di Stato del Coordinamnto "Viva i Daini vivi
della Pineta di Classe" denunciano un'altra forzatura inaccettabile: la volontą
della Provincia di imporre l'uccisione dei Daini nonostante la sospensiva in
secondo grado di giudizio, addirittura prevedendo di prorogare il termine degli
abbattimenti al 15 marzo ed eludendo persino il rispetto del periodo
riproduttivo della specie.
Grave infatti il parere
positivo dato dall'Ispra a questa proroga, vergognoso č l'atteggiamento assunto
dalla Provincia nei confronti di quanto disposto dal Consiglio di Stato, e
nonostante lo svergognamento pubblico del programma televisivo delle Iene.
Evidentemente a niente valgono le proteste dei cittadini, la risonanza
mediatica, le aggressioni e le minacce in stile mafioso contro chi protesta e
vigila sulla vita dei daini,
La legge gli fa un
baffo.
Siamo di fronte alla
palese connivenza delle istituzioni con la lobby delle armi e dei cacciatori
alla faccia di tutti gli italiani, delle norme vigenti e del dovuto rispetto per
la vita di questi animali.
Proprio il prossimo 5 marzo il Consiglio di Stato emetterą la sentenza
definitiva circa l'appello al ricorso TAR con cui č stata impugnata la delibera
n.252 del 2014 che autorizzava il massacro dei Daini della Pineta di Classe a
Ravenna.
Se l'appello verrą respinto la provincia di Ravenna potrą portare a
termine, allungandolo, il suo piano operativo di strage a dir poco sconcertante,
che permetterą l'abbattimento selettivo/di contenimento in aree verdi
pubbliche, nella fattispecie dei Daini della Pineta di Classe, in aperta
violazione di diverse norme di legge.
Se invece l'appello avrą
successo gli abbattimenti previsti dalla delibera verranno definitivamente
bloccati.
Forse.
A meno che la Provincia non faccia il solito giochetto dei furbi politicanti per
accontentare gli sparatori ad ogni costo, con l'effetto finale di configurare
una palese omissione delle proprie competenze e non solo.
Competenze queste, per le quali presidenti, assessori e consiglieri vari vengono
mantenuti con lauti stipendi pagati da tutti noi.
Le Associazioni ricorrenti e il Coordinamento (AVC, AL, Earth e Clama),
aldilą di quella che potrą essere la sentenza e le successive azioni della
provincia di Ravenna, annunciano che continueranno la loro battaglia per
chiedere l'applicazione della legge che impone in via prioritaria metodi non
cruenti per il contenimento della fauna selvatica a livello nazionale. Metodi
obbligatori che possono essere pianificati e messi concretamente in atto solo
se c'č la volontą da parte di chi ha l'obbligo preventivo di applicarli, in
accordo con le realtą associative direttamente interessate alla vita di queste
creature.
L'Associazione Vittime della Caccia ha investito del problema anche il
Prefetto, in nome e per conto del Coordinamento "Viva i Daini vivi della Pineta
di Classe", al fine di focalizzare l'intera vicenda, rilevandone tutti gli
aspetti di illegittimitą in rapporto alle norme vigenti e di pubblica sicurezza.
Auspicando nel contempo l'avvio di un tavolo di lavoro mirato all'individuazione
di tutte le misure necessarie a contenere il numero dei daini nel luogo dove ora
vivono e per fare chiarezza una volta per tutte su una situazione
strumentalmente ambigua che di fatto favorisce solo e soltanto chi ha interesse
a che gli animali siano sempre in esubero.
Continueremo a contestare a livello nazionale - spiegano le associazioni
- i piani di contenimento che, a fronte delle decennali immissioni di fauna
selvatica da parte di cacciatori, rappresentano la pianificata fase successiva
per cogliere i frutti dell'allevamento selvaggio di animali poi da abbattere
tramite gli stessi responsabili del danno, travestiti da salvatori della patria
e, assurdo, della sicurezza pubblica!
Una "caccia di selezione" che non conosce ormai limiti di sorta, non dovendo
rispettare nč il calendario venatorio, nč le zone normalmente interdette alla
caccia cosiddetta "ordinaria" e che costituisce quindi un ulteriore pericolo per
la sicurezza e l'ordine pubblico, in quanto autorizzata anche in ambiti
fortemente antropizzati, come parchi pubblici e addirittura in pubbliche vie,
L'esubero come scusa per cacciare ovunque e sempre e che tra l'altro impone la
gratuita crudeltą alla coscienza di tutti.
Insieme di aspetti questi che l'Ispra non prende mai in considerazione
quando fornisce le sue indicazioni alle province sui tempi, i modi e i luoghi
dove cacciare. La sola valutazione etologica e biologica delle specie da
abbattere č una visione assolutamente parziale della realtą che non tiene conto
della presenza dell'uomo sul territorio, nč delle alternative percorribili come
legge comanda.
Per tal motivo il Coordinamento ha chiesto ufficialmente un confronto diretto
con il responsabile fauna selvatica dell'Ispra al fine di esortare l'Ente ad una
riflessione maggiore sulle sue valutazioni e successive autorizzazioni a
procedere a province e regioni.
Va ribadito infatti, e non smetteremo mai di ricordarlo, che i cosiddetti
selettori utilizzano armi con gittate che superano qualche chilometro e di cui
la legge vieta l'uso a meno di 1,5 volte la gittata stessa dell'arma da
obiettivi sensibili. Impossibile pertanto che sulla base della sicurezza possano
essere autorizzate simili forme di caccia.
Le aree verdi sono dei cittadini pacifici, non di gente armata e violenta
che ha inoltre dimostrato di fregarsene delle norme e che, dai fatti accaduti,
palesa di non dare garanzia neppure di saldezza psichica nel confronto civile
con chi difende la vita, e quindi di non essere portatore dei minimi requisiti
per detenere ed usare un'arma da fuoco. Figuriamoci in mezzo alla gente e in
luogo pubblico.
Le persone pacifiche non
possono essere in balģa di certi individui armati, anche questo Chi di
competenza deve farsene carico.
Le Associazioni
Vittime della caccia, Animal Liberation, Clama, Earth del Cordinamenmto Viva
i Daini vivi della Pineta di Classe
clama2010@libero.it
ass.vittime.caccia@gmail.com
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Si ringraziano Quanti hanno contribuito e quanti
vorranno ancora supportarci in questa battaglia legale e nei progetti futuri
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